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giovedì 19 giugno 2014

L'Italia nel 2100 ecco come potrebbe diventare

Questa mappa è opera del graphic designer slovacco Jay Simons che ha immaginato l’Italia nel 2100. Uno scenario basato sui possibili danni dei cambiamenti climatici causati dall'uomo. Tra 90 anni la nostra generazione non esisterà più e quelle future malediranno noi per non aver fermato tutto ciò.

mercoledì 18 giugno 2014

L'Amore quello con la A maiuscola! Condividi questo gesto!

Questa scena sembra un classico: un cavallo che prende da mangiare ... qualcuno dall'altra parte sta facendo un gesto carino! All'inizio del video non si capisce chi sia, ma l'inquadratura si sposta e nasce lo stupore ...

martedì 17 giugno 2014

Cambiamenti Climatici: le conseguenze

L'uragano Sandy visibile sulla costa est americana il giorno 28 ottobre 2012 mentre si sposta a Nord. I ricercatori affermano che simili uragani potrebbero colpire l'Europa entro la fine del secolo.(NASA via Getty Images
Sulla base delle ricerche dell'Organismo Internazionale che studia i cambiamenti del clima, l'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), l'aumento delle concentrazioni di gas serra in atmosfera è la maggiore causa dell'intensificazione dei fenomeni:
  • Aumento della temperatura del pianeta: dal 1860 ad oggi la temperatura media della Terra è aumentata di 0.6°C e di quasi 1°C nella sola Europa. Gli scienziati prevedono un ulteriore aumento della temperature compreso tra 1,4 e 5,8°C entro la fine del secolo.
  • Aumento delle precipitazioni: soprattutto nell'emisfero Nord, e in particolare alle medie e alte latitudini. Nelle regioni tropicali e subtropicali, invece, diminuzioni delle piogge.
  • Aumento nella frequenza e nell'intensità di eventi climatici estremi: non ci sono ancora dati scientifici dimostrabili, ma pare che una conseguenza dei cambiamenti climatici possa essere l'aumento di eventi catastrofici. Potrebbero verificarsi lunghi periodi di siccità, improvvise piogge eccezionali, alluvioni, ondate di caldo e di freddo eccessivo. I cicloni tropicali potrebbero essere potenziati dall'aumento delle piogge violente, dei venti e del livello del mare.
  • Aumento del rischio di desertificazione in alcune zone.
  • Diminuzione dei ghiacciai e delle nevi perenni: 9 ghiacciai su 10 nel mondo si stanno sciogliendo ed è probabile che entro il 2050 il 75% di quelli svizzeri scompaia.
  • Crescita del livello del mare: negli ultimi 100 anni il livello del mare è aumentata di 10-25 cm e sembra che possa aumentare di altri 88 cm entro il 2100. Almeno 70 milioni di abitanti della zona costiera in Europa sarebbero a rischio.
  • Perdita di biodiversità: molte specie animali non saranno in grado di adattarsi a questi rapidi cambiamenti climatici. Gli studiosi, infatti, hanno stabilito che gli ecosistemi sono in grado di adattarsi a cambiamenti pari a 1°C in un secolo. Tra gli animali più a rischio troviamo gli orsi polari, le foche, i trichechi e i pinguini.
  • Problemi nella produzione alimentare: piogge eccessive e caldo intenso mettono a rischio le colture, provocando carestie e malnutrizione. La FAO sostiene che ci sarà una perdita di circa 11% di terreni coltivabili nei Paesi in via di sviluppo entro il 2080, con riduzione della produzione di cereali e conseguente aumento della fame nel mondo.
  • Diffusione delle malattie: sembra che il cambiamento climatico possa favorire la diffusione di malattie tropicali come la malaria e la dengue. Infatti, le zanzare che portano queste malattie, si stanno spostando verso nord, dove la temperatura è in aumento. Inoltre, l'aumento di temperatura favorisce l'inquinamento biologico delle acque, facendo proliferare organismi infestanti.
Tratto da ENI Scuola.

lunedì 16 giugno 2014

Evidenza del cambiamento climatico in Europa: confermata la necessità di urgenti misure di adattamento

Il cambiamento climatico sta interessando tutte le regioni d'Europa, causando una vasta serie di ripercussioni sulla società e sull'ambiente. Secondo l'ultima valutazione pubblicata oggi dall'Agenzia europea per l'ambiente, si prevedono ulteriori effetti in futuro, con danni potenzialmente elevati in termini di costi.

La relazione "Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2012en" (Cambiamento climatico, impatti e vulnerabilità in Europa al 2012) rileva che in tutta Europa sono state osservate temperature medie più elevate, nonché precipitazioni in diminuzione nelle regioni meridionali e precipitazioni in aumento in Europa settentrionale. La crosta ghiacciata della Groenlandia, i ghiacci nell'Artico e numerosi ghiacciai in Europa si stanno sciogliendo, le superfici innevate sono diminuite e il permafrost si è riscaldato. 
Gli eventi climatici estremi degli ultimi anni, quali ondate di caldo, alluvioni e siccità, hanno causato in Europa un aumento dei costi legati ai danni subiti. Se da un lato sono necessari maggiori elementi per capire il ruolo svolto dal cambiamento climatico nel delinearsi di questo scenario, dall'altro la crescita dell’attività umana nelle aree a rischio si è rivelata un fattore decisivo. Si prevede che gli eventi climatici estremi diventeranno sempre più intensi e frequenti e i futuri cambiamenti climatici contribuiranno ad accentuare la vulnerabilità di tale situazione. Secondo la relazione, se le società europee non adotteranno misure di adattamento, si prevede che i costi legati ai danni continueranno ad aumentare.
La relazione evidenzia che alcune regioni saranno meno in grado di adattarsi al cambiamento climatico rispetto ad altre, in parte a causa delle disparità economiche in Europa. Gli effetti del cambiamento climatico potrebbero ampliare tali disuguaglianze.
Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA, ha affermato: "Il cambiamento climatico è una realtà di dimensioni mondiali, e la portata e la velocità del cambiamento stanno diventando sempre più evidenti. Ciò significa che ogni componente del sistema economico, incluse le famiglie, deve adattarsi e ridurre le emissioni".

Cambiamenti climatici osservati e proiezioni future: alcuni risultati principali

L'ultimo decennio (2002-2011) è stato il più caldo registrato in Europa, con unatemperatura della superficie terrestre più alta di 1,3° C rispetto alla temperatura media in epoca preindustriale. Diversi modelli di proiezione evidenziano che la temperatura in Europa potrebbe alzarsi di 2,5 - 4° C verso la fine del XXI secolo, rispetto alla media del 1961-1990.
Le ondate di caldo sono aumentate in termini di frequenza e lunghezza, causando decine di migliaia di morti negli ultimi decenni. Secondo la relazione, se le società non si adatteranno, il previsto aumento delle ondate di calore potrebbe accrescere il numero di morti nei prossimi decenni. Tuttavia, si prevede che i morti per assideramento diminuiranno in molti paesi.
In base alla relazione, le precipitazioni stanno diminuendo nelle regioni meridionali, ma sono in aumento nell'Europa settentrionale. Le previsioni dicono che tali tendenze continueranno e il cambiamento climatico causerà un aumento delleinondazioni, in particolare nell'Europa settentrionale, poiché l’aumento delle temperature intensifica il ciclo dell'acqua. Tuttavia, è difficile comprendere l'influenza del cambiamento climatico sui dati relativi alle inondazioni verificatesi in passato.
La siccità dei fiumi sembra essere diventata più grave e frequente in Europa meridionale. Secondo le proiezioni, in estate il livello minimo dei fiumi diminuirà significativamente in Europa meridionale, nonché in numerose altre parti d'Europa in varia misura.
L'Artico si sta riscaldando più velocemente rispetto ad altre regioni. Nel 2007, 2011 e 2012 è stato osservato nell'Artico un livello della banchisa al minimo storico, che è sceso a circa la metà dell'estensione minima registrata negli anni '80. Lo scioglimento della crosta ghiacciata della Groenlandia è raddoppiato dagli anni '90, perdendo, tra il 2005 e il 2009, in media 250 miliardi di tonnellate di massa ogni anno. Ighiacciai nelle Alpi hanno perso circa due terzi del proprio volume dal 1850 e le proiezioni dicono che tali tendenze continueranno.
livelli marini sono in aumento, così come il rischio di inondazioni costiere durante le tempeste. Il livello medio globale del mare è aumentato di 1,7 mm l'anno nel XX secolo e di 3 mm l'anno negli ultimi decenni. Le proiezioni future variano sensibilmente, ma è probabile che l'aumento del livello del mare nel XXI secolo sarà maggiore rispetto al XX secolo.  Tuttavia, tale aumento risulta diversificato sulle coste europee, ad esempio a causa di movimenti locali di masse in superficie.
Oltre agli impatti sulla salute dovuti al calore, la relazione evidenzia come rilevanti anche altri effetti sulla salute umana. Il cambiamento climatico ha un ruolo nella trasmissione di determinate malattie. Ad esempio, permette alle specie di zeccheIxodes ricinus di prolificare più a nord, mentre un ulteriore riscaldamento potrebbe rendere alcune parti d'Europa più adatte ad accogliere flebotomi e zanzare portatrici di malattie. La stagione dei pollini è più lunga e inizia 10 giorni prima rispetto a 50 anni fa, con effetti anche sulla salute umana.
Molti studi hanno misurato cambiamenti diffusi nelle caratteristiche di piante e animali. Ad esempio, sono in anticipo le fioriture delle piante, del fitoplancton e del zooplancton d'acqua dolce. Altri animali e piante si stanno spostando verso nord o verso zone più elevate, a causa del riscaldamento dei relativi habitat. In futuro, molte specie le cui migrazioni non riusciranno a tenere il passo con la velocità dei cambiamenti climatici, potrebbero andare incontro all'estinzione.
Mentre potrebbe esserci una minore disponibilità idrica per l'agricoltura in Europa meridionale, le condizioni colturali potrebbero migliorare in altre zone. La stagione vegetativa per numerose colture in Europa si è allungata e si prevede che tale tendenza continuerà, insieme all'espansione delle colture estive a latitudini più settentrionali. Tuttavia, si prevede un calo del raccolto per alcune colture, a causa delle ondate di caldo e della siccità in Europa centrale e meridionale.
Con l'aumento della temperatura è inoltre diminuita la richiesta di riscaldamento, con un conseguente risparmio energetico, che tuttavia si compensa con l'aumento della domanda di energia per impianti di refrigerazione che si registra durante le estati più calde.
Tratto da http://www.eea.europa.eu/it/pressroom/newsreleases/evidenza-del-cambiamento-climatico-in

sabato 11 gennaio 2014

Le emissioni di biossido di zolfo


Le emissioni di biossido di zolfo dalle centrali elettriche in India sono aumentate di oltre il 60 per cento tra il 2005 e il 2012, secondo una nuova analisi dei dati provenienti della NASA Aura satellitare. Guidati da Zifeng Lu Argonne National Laboratory, lo studio è stato pubblicato online il 5 dicembre 2013, in Environmental Science & Technology.
L'anidride solforosa (SO 2 ) è un inquinante atmosferico sia con la salute e il clima impatti. Nel 2010, l'India ha superato gli Stati Uniti come secondo più alto emettitore al mondo di SO 2 (dopo la Cina), secondo le stime precedentemente pubblicate da Lu e altri scienziati provenienti da università e la US Environmental Protection Agency. La stessa ricerca ha dimostrato che circa la metà delle emissioni di India venuto dal settore energetico a carbone.
Le mappe di cui sopra rappresentano le concentrazioni di biossido di zolfo nel 2011-12 (in alto) e 2005 (inferiore) e la dimensione relativa delle centrali elettriche in India. Darker tonalità di arancio-marrone raffigurano maggiori concentrazioni di SO 2 in atmosfera, mentre la dimensione dei cerchi indica la quantità di emissioni dalle ciminiere centrale elettrica locale. Accendere lo strumento di confronto sull'immagine per vedere meglio la differenza. È anche possibile scaricare le mappe delle misurazioni per ogni anno tra il 2005 e il 2012.
Mentre alcuni atmosferica SO 2 è prodotto da vulcani e altri processi naturali, una notevole quantità è prodotto da attività umane come la combustione di carburanti con impurità contenenti zolfo e la fusione dei metalli, come rame e nichel. Il gas contribuisce alla formazione delle piogge acide e, in alte concentrazioni, può causare problemi respiratori. E 'anche un precursore per solfato aerosol, un tipo di particelle in sospensione che possono influenzare le proprietà di nuvole-un effetto che è difficile da misurare e rimane un grande punto di incertezza nei modelli climatici.
India Central Pollution Control Board ha osservato in una relazione del 2012 che la concentrazione media nazionale di biossido di zolfo era diminuito 2001-2010, una stima basata su dati provenienti da stazioni di monitoraggio a terra. Tuttavia, la maggior parte delle stazioni si trovano in aree urbane, dove regolamenti hanno infatti ridotto l'inquinamento a livello locale. Solo alcune delle stazioni in India raccogliere misurazioni vicino alla sorgente delle emissioni degli impianti di alimentazione.
"Dobbiamo conoscere la qualità dell'aria non solo nelle città popolate, ma anche in aree industriali, dove le centrali elettriche a carbone le emissioni di anidride solforosa nazionali veramente dominano," Lu ha detto. "Da un lato, i residenti locali sono influenzati da tali emissioni. D'altra parte, lunga vita, contenenti zolfo inquinanti atmosferici, come il solfato può essere trasportato per lunghe distanze avere ripercussioni sulla salute pubblica e l'ambiente su scala regionale. "
La nuova analisi delle emissioni di anidride solforosa arriva due anni dopo i ricercatori hanno sviluppato un metodo per osservare le emissioni delle centrali elettriche utilizzando misure acquisite da uno strumento a bordo del satellite Aura. L'Ozone Monitoring Instrument (OMI) misura l'ozono e le altre componenti di qualità dell'aria chiave (tra cui il biossido di zolfo e biossido di azoto) e raccoglie i dati sulle stesse posizioni allo stesso tempo ogni giorno.
Utilizzo di otto anni il record di OMI di osservazioni, Lu e colleghi in media le misure di zolfo da 65 centrali in 23 regioni. Nel corso del tempo, un modello è emerso che gli scienziati hanno permesso di distinguere emissioni delle centrali elettriche quasi costanti da altre concentrazioni di fondo variabili di biossido di zolfo. I ricercatori hanno utilizzato i dati OMI e la stessa tecnica in uno studio del 2011 per dimostrare che le emissioni di anidride solforosa di grandi centrali a carbone negli Stati Uniti è sceso 2005-2007 al 2008-2010.
"Questo documento conferma che una tecnica dimostrato di lavorare negli Stati Uniti può essere applicato per gli altri paesi in cui le emissioni [di misurazioni al suolo] non sono ben noti," ha detto il co-autore Nickolay Krotkov del NASA Goddard Space Flight Center.

Sperimentazione Animale: ignoranza bestiale

La realtà sulla sperimentazione animale è ben differente da quanto sostenuto dalle case farmaceutiche (chi usa la sperimentazione animale). Precisiamo che con il termine vivisezione, spesso usato per comprendere la sperimentazione animale, è una "malsana" traduzione del termine inglese vivisection che, come scritto nell'enciclopedia britannica: operazione su un animale vivente a fini sperimentali, piuttosto che di guarigione, più in generale, tutti gli esperimenti sugli animali vivi.

L'uomo utilizza la vita come un oggetto per un unico scopo: il denaro.

Molti di noi pensano che l'essere umano utilizzi la propria conoscenza per progredire e la vivisection sia un mezzo utilissimo. Non è proprio così. Le case farmaceutiche utilizzano tali pratiche sperimentali perché poco costose ed i risultati, indipendentemente che servano o meno, vengono utilizzati per brevettare prodotti farmaceutici. Per rendere la sperimentazione più proficua è stata fatta passare una legge per l'utilizzo di animali randagi (e non risorse contro la lotta dell'abbandono!). La sete di denaro (non tanto la voglia di far star bene la gente) ha portato anche alla modifica genetica di una certa categoria di cavie da laboratorio per rendere la sperimentazione standard.
Se fosse vero diversamente si sarebbero comunque studiate molte malattie rare. La realtà sta assumendo la reale forma: le malattie rare non vengono proprio studiate in laboratorio perché curerebbero un numero di individui troppo poco remunerativo.
L’industria farmaceutica che sviluppa e produce nuove medicine, è una delle industrie con i maggiori profitti nel mondo e i propri interessi sono fortemente protetti dai governi. Gli esperimenti animali fanno parte degli interessi delle industrie poiché forniscono una difesa legale per la ditta farmaceutica, allorché le persone sono colpite o uccise dagli effetti collaterali dei farmaci. Essi argomenteranno che il prodotto è stato provato nei test sugli animali e si è dimostrato sicuro, quindi nessuna responsabilità legale può essere loro imputata.

Quanti animali sono utilizzati e per cosa?

Ogni anno in Italia sono usati più di 900.000 animali negli esperimenti. Una minoranza di loro serve per effettuare test di sicurezza, in cui gli animali sono nutriti a forza o viene loro iniettata una massiccia dose di nuovi prodotti (medicine, pesticidi, prodotti per uso domestico, composti chimici per uso agricolo e industriale) per vedere se ne restano avvelenati. Comunque la maggioranza degli animali è utilizzata in quella che è descritta come la ricerca medica che si presume sia finalizzata a trovare cure o trattamenti per le malattie umane. Le specie utilizzate includono ratti, cani, topi, gatti,
scimmie, porcellini d’india, pecore, conigli, capre, maiali, uccelli e pesci.

I test di sicurezza sugli animali ci proteggono?

A causa delle differenze biologiche tra persone e tra specie, gli esperimenti sugli animali danno risultati inattendibili su come la gente reagirà a farmaci e sostanze chimiche. Non è sorprendente che il 90% dei farmaci da laboratorio che passa l’esame sugli animali fallisca quando dato alle persone nei test clinici. Il successo ha una frequenza del 10%!
Nuove medicine danneggiano la gente anche se hanno passato i test di sicurezza effettuati su animali e umani- nel solo Regno Unito gli effetti collaterali hanno causato la morte a 1.299 persone e hanno portato all’ospedale per molti giorni 4.487 pazienti nel 2008. Test su topi, ratti, conigli e cani hanno indicato che il calmante Vioxx protegge il cuore umano-ma questo calmante aveva già ucciso molte migliaia di persone di attacco cardiaco e ictus prima di venire ritirato.
Non sorprende che due importanti organizzazione negli US- l’Istituto Nazionale di Salute (NIH) e l’Agenzia di Protezione Ambientale (EPA) hanno annunciato che stanno eliminando gradualmente gli esperimenti sugli animali e li stanno sostituendo con l’utilizzo di cellule e simulazioni al computer per testare la tossicità di medicine e sostanze chimiche. Queste alternative, se non vengono "richieste dal mercato" non potranno mai essere sviluppate e quindi produrre valori attendibili.

La ricerca sugli animali ci aiuta a trovare cure per le nostre malattie?

Assolutamente no. Infatti, l’uso degli animali nello studio delle malattie umane ha ingannato la scienza e ritardato il progresso medico. Sintomi di varie malattie sono state artificialmente e dolorosamente indotte negli animali e i ricercatori cercano di curarle. Il problema è che la malattia nell’animale non è la stessa come quella che affligge realmente l’essere umano e anche la causa non è mai la stessa, quindi la cura per gli animali non è probabilmente valida per gli esseri umani. Secondo un esperto “la storia della ricerca sul cancro è la storia della cura del cancro sul topo…Abbiamo curato topi malati di cancro per decenni e semplicemente non ha funzionato per gli esseri umani” Dr. Richard Klausner, National Cancer Institute. Ogni fatto che sappiamo in merito all’HIV e AIDS lo si è imparato dallo studio sugli umani malati. Questo però non ha impedito che milioni di sterline e di vite animali venissero sprecati nel tentativo di studio sulle scimmie. La verità è che l’uso degli animali come sostituti degli esseri umani ferisce non solo gli animali ma anche gli esseri umani. “I sistemi di modelli animali non solo uccidono gli animali ma uccidono anche gli esseri umani” Dr. Irwin Bross ex-Direttore dello Sloan-Kettering, il più grande centro di ricerca sul cancro del mondo.