WWF: ‘SICILIA - IL PETROLIO MI STA STRETTO’
ALL’INTERNO
DELL’INIZIATIVA ‘IL MEDITERRANEO DI QUALITA’’PARTE LA NUOVA CAMPAGNA
WWF CONTRO LE ESTRAZIONI PETROLIFERE NELLO STRETTO DI SICILIA
wwf.it/ilpetroliomistastretto
|
Diventeremo tutti ecologisti! |
In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani
(
http://worldoceansday.org/)
che quest’anno ha lo slogan “Insieme per salvare mari e oceani” il WWF
Italia lancia la campagna online “Sicilia, il Petrolio mi sta stretto”
che durerà tutta l’estate, all’interno della iniziativa WWF “Per un
Mediterraneo di qualità” .
Il sito della campagna wwf.it/ilpetroliomistastretto vuole essere uno spazio di attivazione della cittadinanza
per
discutere, approfondire e scoprire di più sulla minaccia delle
trivellazioni, anzi, delle coltivazioni di petrolio in Italia e in
particolare nel Mediterraneo.
Il
gioco di parole a cui fa riferimento la campagna parte proprio dallo
Stretto di Sicilia perché da lì passa tutto, dal minimale scambio di
correnti, superficiali e profonde ai tonni e alle tartarughe in
migrazione, alle flotte pescherecce degli stati mediterranei che si
riversano tutte lì per pescare il pesce più pregiato al mondo, il tonno
rosso.
Il
Mediterraneo è anche una delle vie d'acqua più trafficate del mondo, il
15% del traffico globale passa per il Canale di Sicilia. Più di
325.000 transiti si verificano ogni anno rappresentando un capacità
totale di trasporto pari 3,8 miliardi tonnellate. Si stimano, nella
media, che 200.000 navi commerciali attraversano il Mediterraneo dirette
verso i 300 porti del bacino. E si ipotizza anche questi valori
tenderanno a crescere di tre o quattro volte nei prossimi 20 anni.
Dove
tutti passano, lo stato italiano vorrebbe trasformare il tragitto, da
libero qual è, ad una corsa ad ostacoli, permettendo la costruzione di
piattaforme petrolifere.
Attualmente
in Italia si contano complessivamente, a mare e sulla terraferma, 202
concessioni di coltivazione, 117 permessi di ricerca, 109, istanze di
permesso di ricerca, 19 concessioni di coltivazione, 3 istanze di
prospezione.
“Ogni
qual volta guardo la mappa ufficiale delle concessioni per estrazione
petrolifera fornita dal Ministero dello Sviluppo Economico mi sento
circondato e penso solo ad una cosa: chi pagherà se qualcosa va storto? “
si chiede Marco Costantini responsabile Mare WWF Italia.
Il Mediterraneo e il Mar Nero, il Mar Cinese Meridionale e Indie orientali, il Mare del Nord e le isole britanniche sono i punti più pericolosi per gli incidenti che coinvolgono navi.
Le navi da pesca sono quasi un quarto delle navi perdute in mare, ma le navi da carico rappresentano oltre il 40%. Il rischio per l'ambiente è direttamente collegata al tipo e alla quantità di sostanze pericolose trasportate, in particolare il petrolio, alla fase di trasporto e alla sensibilità della zona marina in cui potrebbe verificarsi un incidente. Nel 2002 la petroliera Prestige affondata causando oltre 70.000 tonnellate di petrolio rilasciato nell'Oceano Atlantico al largo della costa spagnola.
Nel 1991 è toccato alla Haven, che versò davanti a Genova migliaia di
tonnellate di petrolio e va ricordato il recentissimo sversamento dalla
raffineria ENI di Gela che ha fatto scattare l’allarme ambientale.
Per
documentare le tante iniziative in corso in tutta Italia a difesa del
mare e contro le trivellazioni, sul sito verranno postati una serie di
documentari video: il
filmaker Gianpaolo Rampini sta realizzando una mini-serie di video
documentari che illustrano proprio la volontà dei cittadini di salvare
il proprio mare.Si comincia con la prima puntata online tra qualche giorno dove
si racconta del 13 aprile quando a Pescara c’è stata la più grande
manifestazione mai fatta in Abruzzo, il cui titolo era "Tutti in piazza a
Pescara per traghettare l'Italia fuori dall'Era del petrolio".
La
campagna ‘Sicilia: Il petrolio mi sta stretto’ prosegue tutta l’estate e
prevede già la prossima settimana alcuni importanti appuntamenti: in occasione del Turtle Day del 16 giugno, giornata mondiale dedicata alle tartarughe marine quando è prevista la liberazione di alcune Caretta caretta in Sicilia.
A
35 anni dalla campagna WWF-Marina Militare “Il Mare deve vivere”, il
WWF rinnova la storica collaborazione coinvolgendo il pubblico
attraverso attività di sensibilizzazione a bordo delle navi Amerigo
Vespucci e Palinuro, velieri storici della Marina. Toccando i principali
porti italiani, dal 15 giugno a settembre
esperti ed operatori del WWF illustreranno le rare meraviglie che vanta
il Mare Nostrum, così strettamente connesso ai valori della nostra
cultura e alle economie locali, ma anche le minacce che stanno mettendo a
serio rischio questo preziosissimo ecosistema.
Molte altre cose sono previste e il sito è il posto giusto per rimanere informati.
Si ringrazia del Documento originale WWF Italia ONG ONLUS.