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venerdì 30 agosto 2013

La storia del CSS: Combustibile Solido Secondario

In sintesi: il CSS non è formalmente e sostanzialmente un rifiuto, ma un prodotto trattato e miscelato di diverse sostanze e una parte è anche rifiuto urbano non pericoloso. La legge fissa dei parametri per essere CSS molto restrittivi, ovvero senza la presenza di nessun metallo e con una percentuale di cloro sotto lo 0,1%.
La filiera del CSS è sostenibile sotto il profilo ambientale, innanzitutto in termini di riduzione del consumo di risorse naturali e di materie prime, consentendo di recuperare energia comunque necessaria e prodotta a partire da fonti fossili.
La filiera del CSS è sostenibile sotto il profilo energetico, in quanto il suo utilizzo nei cementifici rappresenta una sostituzione di un combustibile fossile con un combustibile parzialmente rinnovabile.
Infine, la filiera del CSS non solo è sostenibile sotto il profilo economico, ma è addirittura virtuosa.
Qui di seguito il botta e risposta delle parti in parlamento durante la  17ª Legislatura. In rosso i pro-CSS

Legislatura 17ª - Aula - 08/08/2013

Mozione (1-00131)

DE PETRIS, BAROZZINO, CERVELLINI, DE CRISTOFARO, DE PIN, GAMBARO, PETRAGLIA, STEFANO, URAS -

Premesso che:
in data 14 gennaio 2013 è stato presentato alle Commissioni parlamentari competenti lo schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale, con termine per la trasmissione del parere, 13 febbraio 2013;
il Senato esprimeva, in data 16 gennaio 2013, parere favorevole dopo la relazione in 13a Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali), del presidente pro tempore D'Alì senza interventi in discussione di alcun componente la Commissione stessa;
la VIII Commissione permanente (Ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera, in data 11 febbraio 2013, ribaltando l'originaria proposta di parere favorevole, dopo ampia discussione, "ritenuto assolutamente necessario svolgere un approfondimento con appropriate forme di consultazione; valutata la rilevanza delle conseguenze del provvedimento sul funzionamento del sistema dei cementifici e della tutela ambientale e della gestione dei rifiuti; ritenuto indispensabile il coinvolgimento delle Regioni e ritenuto quindi necessario rinviare alla prossima Legislatura l'adozione del provvedimento in questione, esprime parere contrario";

Nella Mozione si confonde lo schema di DPR con i principi del DM, che invece sono nella sostanza molto differenti e completamente diversi: Bene ha fatto la VIII Commissione permanente della Camera in data 11 febbraio 2013 a rinviare l’adozione del provvedimento in questione e non è intenzione di questo Governo riproporre nuovamente il testo del DPR  rinviato. Il DPR in oggetto non entrava nel merito della classificazione del rifiuto trattato, ma interveniva solamente sulla semplificazione della valutazione dell’impatto ambientale negli impianti di trattamento finale, lasciando inalterate le caratteristiche del rifiuto stesso.

in data 14 febbraio 2013 veniva emanato il decreto ministeriale n. 22 che, declassando i combustibili solidi secondari (CSS) da rifiuti a sottoprodotti consente ai cementifici di utilizzare nella produzione di cemento i CSS come combustibili, rischiando così di trasformare i cementifici in inceneritori, ipotesi plausibile tanto è vero che il Ministro dell'ambiente pro tempore di un Governo dimissionario dichiarava a ilfattoquotidiano.it "l'utilizzazione del combustibile secondario dei rifiuti nei cementifici riduce anche il fabbisogno degli inceneritori";

Il Decreto Legge n.22 non declassa i rifiuti in CSS, ma al contrario individua quale sono le caratteristiche qualitative di un combustibile derivante anche da materie seconde per essere utilizzato in sostituzione del carbone. Al governo è da tempo chiaro  che il sistema di gestione dei rifiuti ottimale è, come d’altro canto stabilito dalla direttiva 2008/98/EC del 19 novembre 2008 (recepita nell’ordinamento nazionale), quello che prevede formalmente una chiara gerarchia delle forme della gestione stessa. 
Nell'ordine, quindi:

  • Riduzione a monte dei rifiuti (prevenzione e ecodesign)
  • Riutilizzo
  • Riciclo sotto forma di materia
  • Recupero sotto forma di energia elettrica e/o termica
  • Smaltimento in discarica 

E’ questo lo schema che si vuole seguire ed è per questo che il governo intende ridurre al minimo lo smaltimento dei rifiuti tal quale in tutte le sue forme. 
Il DM n.22, infatti, a differenza del DPR rinviato nella scorsa legislatura, non prevede in nessun modo l’utilizzo dei rifiuti nelle cementerei e nelle centrali termiche, ma il trattamento a freddo dei rifiuti solidi urbani in impianti con tecnologia innovativa,  e, con l’aggiunta di altro materiale, modificati e trasformati in un prodotto che ha caratteristiche migliori del carbone (CSS)
I nuovi impianti tecnologici a freddo permettono di separare e dividere le frazioni putrescibili, le materie pregiate ( alluminio – vetro – metalli ferrosi), tutti gli altri metalli, le sostanze clororate ( il PVC viene tolto con i lettori ottici). 
Nel decreto n. 22 all’art. 7 comma 4 è scritto in maniera perentoria con riferimento a ciascun sottolotto, che il produttore determina, con modalità conformi a quanto indicato dalla norma UNI EN 15359, la classificazione dello stesso sulla base dei parametri e delle classi 1, 2, 3 e relative combinazioni,elencate nella Tabella 1 dell’ Allegato 1. Chi produrrà questo prodotto dovrà quindi sottostare ad un disciplinare di processo e di prodotto certificato da un ente e da un laboratorio terzo accreditato, attraverso un sistema di gestione per la qualità del processo di produzione del CSS-Combustibile finalizzato al monitoraggio e controllo, tramite procedimenti documentati, attraverso il rispetto delle norme UNI EN 15358 ( art. 9 comma 1).
Nemmeno un combustibile tradizionale ( Metano, Carbone, ecc.) ha una norma cosi precisa.

Tale ammissione, provenendo da una fonte così autorevole, è inquietante in quanto i cementifici, industrie insalubri di classe 1, hanno limiti di legge da rispettare molto più permissivi rispetto a quelli degli inceneritori, il che comporta di conseguenza una maggiore capacità inquinante a parità di utilizzo;secondo l'Associazione dei medici per l'ambiente, nonostante l'utilizzo del CSS da parte dei cementifici comporti una riduzione di alcune emissioni di gas serra, gli svantaggi per l'ambiente sarebbero comunque enormi.

Una cementeria che coincenerisce CSS (sia rifiuto che End of waste) dal 2005 è soggetta ad un limite di ossidi di Azoto pari a 800 mg/Nm3 (500 per impianti nuovi) sono limiti imposti per il coincenerimento dei rifiuti nei forni da cemento dal D.Lgsvo 133/05 che vale anche per l’utilizzo di CSS End of waste. 
Inoltre la Dir 75/2010/CE, di prossimo recepimento in Italia (il termine è scaduto a Febbraio 2013) imporrà un limite di 500 mg/Nm3 per tutte le cementerie (nuove o esistenti). Tutte le sperimentazioni in atto dimostrano che la sostituzione del carbone produce benefici ambientali significative e non solo sulla evidente e naturale diminuzione complessiva di CO2, ma anche di altri inquinanti come è emerso da questi studi:   
“L’utilizzo di combustibili alternativi nei forni da cemento consente di ridurre le emissioni di NOx rispetto alla marcia a combustibili fossili. Il beneficio quantificato dalla commissione EUROPEA (2003) è stimato pari a 0,36 kgNOx /t CDR utilizzato” (Genon, Brizio, 2008)
“I dati del Dipartimento Provinciale dell’ARPA di Cuneo mettono in relazione una diminuzione degli NOx nelle emissioni con l’utilizzo di combustibile da rifiuto in alternativa al combustibile fossile” (Dott. Fantino , provincia di Cuneo Atti FORUM PA 2009)
Nel 2011 uno studio condotto dal Network for Business Sustanability (Canada) in collaborazione con il Politecnico di Bari (facoltà di ingegneria meccanica) ha analizzato decine di database universitari, con l’obiettivo di condurre una review di tutte le pubblicazioni internazionali relative all’utilizzo di combustibili alternativi in cementeria 
Sono stati giudicati rilevanti ai fini dello studio più di 110 articoli tecnici, rapporti di associazioni internazionali di ricerca e organizzazioni governative, pubblicazioni di ricercatori universitari, LCA Analisys etc.   La maggior parte dei documenti analizzati conclude che  le emissioni dai camini di CO2, NOx, SO2, metalli, diossine e furani sono generalmente inferiori rispetto alla marcia a combustibili fossili (Network Business for Sustainability and Politecnjico di Bari, 2011).
Ricordo che per produrre il cemento occorre che il clinker sia portato, per diversi secondi, ad una temperatura di almeno 1400° centigradi, per questa ragione di chimica “naturale”, non è tecnicamente possibile la formazione di diossine.
Non solo, la classificazione del CSS tiene conto di tre parametri obbligatori, riconosciuti strategici per importanza ambientale, tecnologica e prestazionale/economica, quali PCI (parametro commerciale), Cl ( Cloro -parametro di processo) e Hg ( Mercurio -parametro ambientale), come meglio specificati nella Tabella 1. (da UNI EN 15359)
A titolo di esempio, le caratteristiche di classificazione del CSS nella categoria 1 previsti dalla normativa sono: potere calorico maggiore di 25.000 KJ; percentuale di Cloro inferiore all’O,2% e percentuale di Mercurio inferiore all’ 0,02%, oltre all’assenza di qualsiasi metallo. Queste caratteristiche, oltre al processo produttivo caratteristico del cemento, permette di essere certi  dell’innocuità dell’utilizzo del CSS in sostituzione del Carbone.

Gerarchia del ciclo dei rifiuti - Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia
Ricorda la stessa Associazione che un cementificio, "impianto altamente inquinante con e senza l'uso dei rifiuti come combustibile, produce almeno il triplo di CO2 rispetto a un inceneritore classico". Inoltre i limiti di emissioni di inquinanti per questi impianti sono maggiori rispetto a quelli degli inceneritori. Identici per ciò che riguarda i microinquinanti, come la diossina. Ma il decreto Clini "semplificherebbe l'iter per la combustione dei rifiuti nei cementifici", prosegue l'Associazione dei medici per l'ambiente, e visto che "la quantità di diossine è proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati", i microinquinanti emessi dai cementifici potrebbero essere "maggiori rispetto a quelli degli inceneritori" Il Ministro sostiene che con l'emanazione del decreto si diminuiranno le emissioni di anidride carbonica di 2.700.000 tonnellate l'anno pari al 25 per cento delle emissioni di combustione del settore cemento. In realtà accomunando i rifiuti alle biomasse, la loro emissione di anidride carbonica non viene conteggiata come tale;
i cementifici generano un devastante impatto ambientale spesso difficilmente confinabile in quanto il nanoparticolato, ad esempio, può viaggiare per distanze notevolissime sospinto dai venti. Il nanoparticolato è la frontiera ultima della scienza e della ricerca in ambito medico, tanto che quella parte della ricerca, spesso sovvenzionata dagli stessi colossi energivori e di incenerimento rifiuti, tende a minimizzare gli effetti derivanti dalle micropolveri emesse dalla combustione anche ad altissime temperature;

Gestione dei rifiuti in Italia al 2020 - Fonte: Simulazione NE Nomisma Energia su dati Ispra
La destinazione di CSS in cementeria per recupero materia ed energia è una delle Best Available Technologies consigliata dalla Comunità europea, usata nei diversi paesi membri europei con percentuali di sostituzione calorica di molto superiore a quella italiana, nonostante l’imbarazzante superiorità del nostro paese in termini di produzione cemento e assegnazione procedure di infrazione nei rifiuti.
Si tratta inoltre di una prassi che evidentemente , da  dati europei, non compete con la corretta gestione dei rifiuti e l’applicazione della gerarchia in ambito di loro gestione, poiché le ottime performances in ambito di gestione dei rifiuti degli Stati membri ai vertici per sostituzione calorica con rifiuti in cementeria sono di esempio agli altri nel miglioramento delle proprie prestazioni.
Si ricorda in più che la direttiva europea stessa 2008/98/CE, da noi recepita con decreto legislativo 205/2010, riporta articolo 184-ter “cessazione della qualifica di rifiuto” e rimanda, in assenza di regolamentazione europea, a possibilità che lo stato membro valuti emanazioni di propri strumenti regolatori per flussi specifici. Ciò è stato eseguito per il CSS.

inoltre considerato che:
la fretta con cui è stato varato da un Governo dimissionario il decreto, propedeutico al decreto del Presidente della Repubblica che completa le misure atte a dare il via libera alle misure su cui la Camera si era già espressa con parere contrario, sembra evidenziare il vero obiettivo, e cioè risolvere i gravi problemi che alcune grandi città italiane si trovano ad affrontare nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, peggiorando nel contempo la qualità dell'ambiente, i pericoli per la salute pubblica a vantaggio del settore cementifero. «L'uso come combustibile in centrali, cementifici o anche termovalorizzatori può essere una strada da seguire - spiegava il ministro Clini - per risolvere il problema dei rifiuti, per valorizzare energicamente i rifiuti e per uscire fuori da un circuito nel quale la malavita organizzata ha avuto un ruolo molto importante. Il nostro obiettivo è quello di far uscire i rifiuti dal ciclo ordinario per portarli in un ciclo industriale, qualunque sia: raccolta differenziata, recupero di energia o recupero di materiali»;
tale modo di operare porta ad ignorare e a disattendere le disposizioni europee sul recupero della materia secondo le quali sono gli interventi finalizzati alla raccolta differenziata quelli prioritari e non l'uso di metodologie distruttive che ignorano altre direttive come la 96/62/CE sulle polveri sottili la non applicazione della quale è costata recentemente all'Italia la condanna da parte della Corte di giustizia del 19 dicembre 2012,
Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia

Con l’applicazione del D.M n. 22 è ampiamente superato non solo il concetto di “termovalorizzatore” seppure con recupero di energia, ma anche quello del CDR (Combustibile da Rifiuti) che, presentando caratteristiche qualitative nettamente inferiori a quelle previste per il CSS, era giustamente considerato ancora un rifiuto e quindi imponeva anche a chi volesse servirsene come combustibile di sottostare alla specifica normativa di settore in campo autorizzativo.
Non si tratta di una mera questione nominalistica, ma di una vera e propria rivoluzione: finalmente è possibile utilizzare in piena sicurezza e in impianti termici esistenti (quindi niente “nuovi camini” dedicati) un combustibile dalle caratteristiche ben definite e controllate, contribuendo al fabbisogno energetico del Paese e uscendo definitivamente dalla nozione di “smaltimento”.
In questo modo l’Italia, incrementando la raccolta differenziata e il riciclo di materia ma anche sfruttando appieno le potenzialità del CSS, potrà allinearsi con i paesi europei più avanzati sul piano della tutela ambientale, azzerando tendenzialmente il ricorso alla discarica. D’altronde il gap maggiore del nostro Paese è proprio nello sfruttamento energetico dei rifiuti, laddove nazioni come l’Olanda hanno da anni un tasso di sostituzione dei combustibili fossili tradizionali ad esempio nei cementifici pari al 98%, contro l’attuale 8% dell’Italia. 
In molte Regioni d'Italia il conferimento in discarica dei rifiuti urbani "tal quali" è ancora il sistema di smaltimento più utilizzato, nonostante il divieto esplicito delle direttive europee e delle norme nazionali. 
Il nostro obiettivo, coerentemente con le direttive europee,  è quello di valorizzare una parte dei rifiuti come risorsa. L'uso del CSS come combustibile in alternativa all’inquinante carbone in centrali, cementifici o anche termovalorizzatori esistenti, e' la migliore integrazione del recupero  della "risorsa"  rifiuti  : a valle della raccolta differenziata ed al netto del recupero di materia completa il ciclo industriale della valorizzazione dei rifiuti, e, insieme con la raccolta differenziata di qualità, può "tagliare l'erba sotto i piedi" alla malavita organizzata, che tutto vuole tranne il recupero e la valorizzazione del rifiuto nei cicli industriali,  come materia e come risorsa energetica, come è stato sempre ben evidenziato nei rapporti annuali della LegAmbiente
Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia su dati Eurostat ed Ispra

impegna il Governo:
a non procedere alla pubblicazione del decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale; ad abrogare il decreto n. 22 del 14 febbraio 2013; a rinviare alle nuove Camere, formatesi con il rinnovo della Legislatura, il testo dello schema di decreto in oggetto, così come indicato nel parere espresso dalla Camera dei deputati dell'11 febbraio 2013.

Bilancio di massa del ciclo di produzione del CSS - Fonte: Elaborazioni NE Nomisma Energia su dati Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare



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