Primavera 1980. Da poco promosso capitano, il mio Comando mi manda a Spoleto a prendere i primi contatti con una ditta meccanica che si è appena aggiudicata un contratto di riparazione per automezzi dell’Esercito. Nel corso degli opportuni accordi telefonici, il capo officina mi illustra la strada che devo percorrere per raggiungere la sede della ditta. Uno dei riferimenti è il ristorante “I due pini”, dal quale poi la ditta verrà facilmente raggiunta.
“Non può sbagliare – mi spiega il mio interlocutore – perché davanti ci sono due pini enormi che non potrà non vedere”.
Giunto in loco, pongo attenzione all'avvistamento dei due pini ma… di essi nessuna traccia. Avanti…indietro… Al terzo o quarto tentativo avvisto l’insegna del ristorante. Da lì, in un attimo sono presso la ditta.
Alla domanda del capo officina se io avessi trovato difficoltà a trovarli, rispondo che l’unica perplessità mi era derivata dal fatto di non aver visto i due pini che avrebbero dovuto farmi da guida.
“Come è possibile? – replica l’uomo – non ha visto quei due grandi alberi all'ingresso?”
“Ma quelli son cipressi!” Ribatto
“Forse ha ragione – conclude lui – ma qui a Spoleto, pini e cipressi sono la stessa cosa!”
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