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lunedì 30 settembre 2013

LA PINCOLOZZA

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Ci troviamo dalle parti di Priverno, lungo la strada provinciale che porta a Sabaudia. Qui ci è concesso di godere della visione di uno dei pini più grandi e più belli del Lazio. Le misure gli meritano il titolo di pianta monumentale: m. 4,40 la circonferenza del fusto, 25 metri l’altezza, 22 il diametro della chioma.
Per la posizione che occupa, il Pino è già un monumento. Alto sopra la strada, sull’angolo di un incrocio: posto e albero si esaltano a vicenda. Il nome con il quale l’albero è conosciuto sul posto è quello popolare del pino domestico (nel senso che anche gli altri pini domestici, nei dintorni di Priverno, sono chiamati con questo nome). Nel nostro caso, il pino in questione è diventato la Pincolozza per antonomasia. Dalla gente del posto, infatti, è la zona stessa che viene chiamata con questo nome. Ci dice, tuttavia, il suo proprietario, Romano Graziani, che il nome qualche decennio fa era spostato un po’più avanti lungo la stessa provinciale, dove esisteva un pino di dimensioni ancora maggiori. Scomparso il fratello maggiore per alcune calamità atmosferiche, il nome è stato trasferito lì dove si trova il nostro personaggio.
Racconta sempre il signor Graziani che durante l’ultimo conflitto la pianta era segnalata come punto di riferimento, sulle cartine in uso alle truppe alleate.


Valido Capodarca

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