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venerdì 4 ottobre 2013

I PINI DI VIALE CAVALLOTTI

Oggi non vi racconterò la storia di un albero, ma di un viale, il ben noto Viale Cavallotti di Porto San Giorgio.La racconterò così come la conosce la gente, sempre però con la predisposizione ad accettare eventuali correzioni da qualcuno meglio informato di me.

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Tempo fa, perviene presso gli uffici del comune di Porto San Giorgio una lettera proveniente dalla Direzione Generale di Trenitalia che ricorda come una vecchia circolare delle stesse ferrovie disponesse che non devono esserci alberi a una distanza inferiore ai 6 metri dai binari. I pini di Viale Cavallotti ne sono ben più vicini, perciò ecco l’ordinanza del sindaco che dispone il loro abbattimento. Dietro la protesta di un comitato di cittadini, viene incaricato un agronomo di valutare lo stato di salute degli stessi pini e il responso è: “I pini sono sanissimi”. Dunque, non costituiscono pericolo per i binari; ma –è la replica del comune – sareste in grado di affermare che questi pini non si ammaleranno o che una tromba d’aria non ne faccia precipitare uno, o una parte, sui binari? “No, ovviamente!”. Bene,allora, per ragioni di sicurezza, i pini devono essere tagliati. Il comitato che si oppone all’abbattimento tenta tutte le strade legali, senza successo. 
Arriva il giorno stabilito per il taglio. Al di là di alte transenne di protezione i tagliatori cominciano a fare a pezzi il primo pino. Uno di questi pezzi, cadendo, si adagia vicino alla transenna. Mi avvicino e conto gli anelli. Circa 80! (praticamente, tutti gli abitanti di Porto San Giorgio li ricordano sempre presenti). La proteste cresce, si infiamma, si sposta verso il comune, alcuni cittadini si frappongono fra i tagliatori e i pini.
Un giornalista del Resto del Carlino mi si avvicina e mi intervista, chiedendo il mio parere. Io gli racconto la storia della Quercia di Penne.
“Un cittadino aveva costruito la sua casa sotto una quercia di 300 anni ma poi, temendo che essa potesse cadergli sul tetto,chiese al sindaco l’autorizzazione a tagliarla o almeno di ridurne il volume, e il sindaco aveva risposto: la quercia era qui 300 anni prima di te, non è stata lei a venirti sopra, ma tu a metterti sotto; perciò la quercia resta dov’è e tu, se non ti sta bene, sposti la casa. Quando questi pini vennero piantati, 80 anni fa, erano alla giusta distanza, poi non sono stati essi ad avvicinarsi ai treni, ma le ferrovie stesse a portarsi troppo vicine, quando raddoppiarono la linea. Perciò, se proprio vogliono, il taglio se lo fanno da sole ma, siccome questi pini sono un patrimonio della collettività, le stesse ferrovie devono provvedere a proprie spese a ripiantarne altrrettanti da un’altra parte”.
Le proteste dei cittadini ha successo. Per quel giorno il taglio viene sospeso. A distanza di due anni, i pini, come si può vedere dalla foto, sono ancora lì. A quanto io ne sappia, la partita è ancora aperta. 
Spezziamo, tuttavia, una lancia anche per il sindaco. Certo, tagliare alberi sani non è il top delle decisioni ma, quando un albero cade, ammazza qualcuno e il sindaco viene denunciato, vi risulta che si creino comitati per difenderlo?
Chiunque sia meglio informato e voglia portare delle correzioni o delle aggiunte a questa storia, è già ringraziato.

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