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sabato 19 ottobre 2013

UNA QUERCIA MOLTO AMATA



“Per piacere, mi aiuterebbe a misurare questa quercia?”
“E’ di 4 metri e...”
L’approccio con la maestosa Quercia visibile sulla destra, a circa 50 metri dalla strada, per chi discende la provinciale della Val Cesano, all’altezza di Monteporzio (PU), avviene alla presenza di tre anziani contadini del luogo, e il fatto che essi ne conoscano già la misura sta ad indicare che la pianta, sul posto, è già una piccola celebrità. In effetti, la quercia misura m. 4,23 di circonferenza, 20 di altezza, 25 di larghezza. Tutti e tre dimostrano di conoscere bene la sua storia. A loro giudizio, la pianta avrebbe oltre trecento anni e aggiungono che essa è stata da essi conosciuta, e sempre delle odierne dimensioni, fin dai tempi della loro infanzia. Come tante altre grandi querce marchigiane, anche la Nostra ha avuto un lungo passato contadino; essa era, cioè, la classica grande quercia destinata a fare ombra sull’aia della adiacente casa colonica, e a fornire ghiande per i maiali. I nostri testimoni ricordano, anzi, un particolare curioso. Per alcuni anni, sotto la pianta era stata tenuta una scrofa, legata con una catena di lunghezza sufficiente a farla muovere per tutta l’estensione della chioma. In tal modo, l’animale poteva alimentarsi direttamente, facendo risparmiare al contadino la fatica della raccolta delle ghiande. Con la fine della mezzadria la quercia è divenuta, insieme al terreno, di proprietà dell’Azienda Terni.
Alla sommità del fusto, sul lato che dà verso la strada poderale sottostante, si nota la grossa cicatrice lasciata da un ramo reciso. Esso venne tagliato, alcune decine di anni fa, in quanto di ostacolo per il passaggio delle trebbiatrici che, alla stagione opportuna, giungevano sull’aia per la trebbiatura del grano. Altre cicatrici, di minore entità, appaiono lungo il fusto, a metà circa della sua altezza: i relativi rami vennero amputati per ragioni estetiche, in quanto deturpanti, a riprova di quanto la Quercia sia tenuta in considerazione anche per suo valore decorativo.
Altre cicatrici, molto più vaghe e meno accennate, appaiono sulla corteccia della parte bassa del fusto: sono il segno lasciato da un’energica disinfestazione delle pericolose larve di cerambici.
A parte le operazioni descritte, osservando la chioma si nota che essa è ancora intatta, senza amputazioni, né antiche né recenti. La Quercia, infatti, conserva ancora il suo aspetto integro, così come ha voluto farla crescere la natura.


Valido Capodarca

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