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giovedì 31 ottobre 2013

IL CERRO DI SUTRI


Sutri, la bella cittadina del viterbese, è famosa nel mondo e nella storia per vari motivi. In campo archeologico, per le numerose vestigia della civiltà etrusca. In campo storico, per la famosa donazione del re longobardo Liutprando al papa Gregotrio II, del castello di Sutri, gesto che ha segnato l’inizio del potere temporale dei papi.
Anche nel mondo dei grandi alberi, Sutri pone la sua impronta. Sul suo territorio vegeta e prospera questo splendido cerro. È, forse, il più bell’albero di tutto il Parco Naturale Regionale dei laghi di Bracciano e Martignano. Le dimensioni dicono: m 4,45 la circonferenza del fusto, m. 22 l’altezza e 26 il diametro della chioma. L’età attribuitagli dal personale della competente stazione forestale, quella di Ronciglione, è di 300 anni. È radicato in una valletta che si adagia tra le cime delle alture che prendono il nome di Monte Calvi a nord e Rocca Romana a sud ed è raggiungibile attraverso una stradina bianca che si stacca dalla strada provinciale che da Sutri porta a Trevignano Romano. L’albero è un prodigio di armonia e di proporzioni. Il fusto è fortemente rastremato, tanto che alla base raggiunge una circonferenza di m 8,50. L’apparato radicale, parzialmente in superficie, ha inglobato un masso nel corso del suo sviluppo. La chioma spiove uniformemente da ogni lato, fino a meno di un metro da terra creando, nella stagione più calda, una cupola di freschezza e serenità. La sua ombra viene, infatti, sfruttata sovente dalle greggi che sotto di essa si riparano dalla canicola. Altre notizie biografiche non è stato possibile reperirle, per mancanza di interlocutori idonei sul posto. Unica nota stonata, a pochi metri dalla stupenda quercia, i tralicci dell’alta tensione.

Valido Capodarca

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